Peugeot 206 CC: Un sogno a cielo aperto. Una grande scommessa vinta da Peugeot: la prima coupé – cabriolet non più rivolta al solo mercato delle auto di lusso.
Così apriva il comunicato stampa nel 2000, anno di presentazione ufficiale della 206 CC. Presentata al Salone di Ginevra nel 1998, la 206 CC non si differenzierà molto dalla sua concept-car denominata “20Coeur“. Lo sviluppo della tecnologia del tetto “retrattile”, consentirà di utilizzare questo meccanismo su un veicolo di segmento medio, caratterizzando non solo la piccola vettura del Leone, ma riprendendo un concetto caro a Peugeot inaugurato con la mitica Peugeot 402 Éclipse del 1934.
Il tetto a scomparsa della 206 CC
La 206 CC, parte dalla base strutturale della berlina e ne riprende alcuni elementi: passo, carreggiata, parte frontale, organi meccanici, pavimento anteriore e base del pianale. Le zone che hanno subito i maggiori cambiamenti sono quella centrale e quello posteriore. L’obiettivo principale di Peugeot è quello di mantenere il comfort e la dinamica della 206 berlina nella nuova configurazione coupé-cabriolet. La trasformazione da vettura chiusa a vettura aperta si ottiene mediante la pressione di un solo pulsante che aziona il sistema elettroidraulico che gestisce e sincronizza le varie sequenze di apertura e chiusura del tetto. La manovra si effettua in soli 20 secondi a cui vanno aggiunti 8 secondi per il movimento dei finestrini laterali. Partendo dalla posizione coupé è possibile mettere in azione il meccanismo dopo l’emissione di un segnale acustico che consente l’inizio della manovra. Per migliorare il comfort aerodinamico in configurazione cabriolet è possibile utilizzare un frangivento.
L’interessante sequenza d’apertura del tetto rigido della 206CC
La struttura completa della 206 CC senza tetto a scomparsa e cofano nel baule, pesa 50 chilogrammi in più rispetto a quella della versione berlina. Per quanto riguarda il padiglione centrale, esso è composto da due pannelli mobili – retrattili e solidali a due bracci articolati che guidano il movimento durante le manovre di azionamento. I bracci, sono mossi contemporaneamente da due martinetti elettro-idraulici in base ad una cinematica sincronizzata con quella del cofano del baule. Il primo pannello forma il padiglione e il secondo comprende il lunotto termico sbrinabile e il suo contorno. L’abitacolo e il baule sono separati da un ripiano in materiale plastico che lascia libero il passaggio dei meccanismi del tetto retrattile. Il cofano del bagagliaio è formato da due sottoinsiemi; chiusi, formano un classico cofano incernierato anteriormente per riporre i bagagli.
La struttura articolata del tetto ripiegabile a scomparsa nel vano bagagli, caratteristico della 206 CC
Una delle particolarità della 206 CC è l’omologazione “differenziata” per i posti a sedere: in versione coupé per quattro persone, in configurazione cabriolet ai soli due posti anteriori. La vettura dispone di diversi dispositivi di sicurezza: ABS e ripartitore elettronico di frenata, due airbag frontali, mentre sulla versione 2.0, sono disponibili anche quelli laterali.
Anche chiusa la 206 CC, si distingue per raffinata eleganza
La vettura, venne offerta con una gamma di quattro diverse motorizzazioni tutte a 4 cilindri: 1124 cc (60 CV), 1361 cc (75 CV) e ai due motori bialbero a 4 valvole e cilindrata di 1587 cc (110 CV) e di 1997 cc (135 CV). Costruita fino a marzo 2007 e successivamente sostituita dalla 207, la 206 divenne la Peugeot più venduta sul mercato mondiale.
La serie speciale 206CC Roland Garros
Vuoi conoscere la storia della Peugeot 206? Clicca qui